Roma, 19 gennaio 2022 – L’aumento dei costi dell’energia sta avendo gravi ricadute sull’intero sistema produttivo nazionale ma è soprattutto sulle imprese di minore dimensione che si registrano le conseguenze più pesanti.
Le PMI italiane pagano la bolletta più cara d’Europa: il costo dell’energia è il 33,5% in più rispetto alla media europea e quattro volte più alto rispetto a quello sostenuto da una impresa industriale. Si tratta davvero di una pesante ipoteca che rischia di compromettere anche gli effetti positivi derivanti dalle misure a sostegno delle imprese contenute nella manovra per il 2022.
Le imprese manifatturiere sono in difficoltà a soddisfare contratti di vendita che non hanno incorporato l’aumento dei costi energetici: assistiamo al paradosso della sospensione di produzioni altrimenti in perdita, con i cassetti degli ordinativi pieni.
In tale quadro riteniamo indispensabile una attenta riflessione sulle cause che hanno fatto scaturire l’impennata dei prezzi dell’energia e soprattutto interventi di riforma in grado di ridurre il carico delle bollette sulle imprese.
CASARTIGIANI ha espresso apprezzamento sulle iniziative messe in atto dal Governo per cercare di calmierare nell’immediato la situazione di emergenza che si è creata, ma è necessario lavorare a un impianto più strutturale per il futuro, per consentire soprattutto alle utenze di minori dimensioni di affrontare gli aumenti globali nel costo dell’energia che continueranno a pesare sulle bollette.
Per questo si dovrà innanzitutto ristrutturare la bolletta che viene determinata attraverso modalità di calcolo fortemente penalizzanti per le piccole imprese. CASARTIGIANI ribadisce pertanto l’urgenza di avviare la riforma degli oneri generali del sistema elettrico trasferendoli sulla fiscalità generale per eliminare l’assurdo e iniquo meccanismo in base al quale oggi le piccole imprese che consumano il 34% dell’energia pagano quasi il 50% degli oneri generali di sistema prelevati dalle bollette delle imprese. Mentre per le grandi aziende energivore con il 15% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9%.