Roma, 8 aprile 2021. Mentre siamo ancora nel pieno della pandemia ed il Governo Draghi sta definendo la versione definitiva del Recovery Plan da presentare all’Unione Europea (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), si moltiplicano le iniziative e gli appelli, affinché il PNRR contenga una parte dedicata agli anziani non autosufficienti e preveda uno stanziamento di risorse adeguato a questo scopo.

Il fatto che l’Italia sia uno dei Paesi maggiormente colpiti a livello mondiale dal Covid 19 e che, in questo ambito, gli anziani, soprattutto quelli non autosufficienti, abbiano pagato il tributo più alto per quanto riguarda gli eventi gravi e soprattutto di decessi, è indicativo di una situazione di carenza che va affrontata con urgenza. La pandemia ha messo in luce tutte le carenze e le debolezze non solo del nostro sistema sanitario, che sconta riduzioni da tempo di posti letto e di personale, ma soprattutto di quello assistenziale, a cui non è mai stata dedicata molta attenzione dai vari Governi che si sono succeduti, nazionali e locali, sia relativamente allo stanziamento di risorse, sia alla predisposizione di strutture e mezzi per fornire a quanti sono in condizione di bisogno (vedi i non autosufficienti), e alle loro famiglie, il dovuto sostegno.

Il CUPLA Nazionale (Coordinamento Unitario dei pensionati del lavoro autonomo al quale aderiscono i sindacati e le Associazioni di anziani e pensionati di Confartigianato, Confagricoltura, Confcommercio, Coldiretti, CNA, Cia, Confesercenti e Casartigiani) ritiene che sarebbe paradossale che proprio coloro che sono stati più colpiti dalla pandemia siano esclusi dal PNRR, il quale, oltre a rilanciare l’economia, dovrebbe avere lo scopo di proporre quei correttivi necessari affinché, in un futuro in cui – a detta di esperti – dovremo convivere con eventi pandemici di vario tipo, non abbiano più a verificarsi situazioni di emergenza sanitaria e sociale come quella che stiamo vivendo.

Il CUPLA si rende conto di quanto il nostro Paese sia in ritardo rispetto ad altri Paesi Europei in fatto di assistenza ai non autosufficienti e di quanto la pandemia abbia  mostrato come siano i soggetti più vulnerabili ad essere colpiti maggiormente dalla mancanza di risorse materiali, organizzative durante una crisi: perciò ritiene che, al fine di  realizzare un intervento adeguato attraverso il Recovery Plan su questi temi, sia necessario individuare piani di intervento generali che non possono prescindere dall’individuazione di strumenti e strategie adeguate a garantire la tutela di tutti gli individui, compresi quelli in condizione di non autosufficienza.

Il CUPLA propone di ottemperare a due compiti essenziali: finanziare il necessario ampliamento dei servizi pubblici (domiciliari, semi-residenziali e residenziali) attraverso un’incisiva azione a sostegno di regioni e comuni, che ne detengono la titolarità, ma che – da soli – non dispongono delle risorse occorrenti; definire alcune nuove regole rispetto agli obiettivi e alle modalità di funzionamento del sistema, per migliorare la qualità e l’appropriatezza delle risposte.

Quella della non autosufficienza è l’unica questione sociale che la politica italiana sembra non vedere, quando invece bisognerebbe: – realizzare il potenziamento dell’assistenza a domicilio; – riqualificare le strutture residenziali per garantire ad ogni anziano uno spazio di vita personale tale da consentire dignità e privacy; – favorire le relazioni con i familiari, conciliando sicurezza e libertà di movimento; – alleggerire le famiglie, e soprattutto le donne, dal lavoro di assistenza ai non autosufficienti, con ricadute positive sulla parità di genere e con la creazione di nuovi posti di lavoro.

Il CUPLA Nazionale propone, al fine di poter dare il proprio contributo su questa importante materia della non autosufficienza e delle problematiche legate alle condizioni degli anziani di

ISTITUIRE UN TAVOLO DI LAVORO PERMANENTE

PAN (piano anziani nazionale)

sui temi sopra enunciati, composto da Ministeri coinvolti, dal CUPLA, dalle organizzazioni dei pensionati di CGIL, CISL e UIL, dal Volontariato, dal Terzo Settore e dall’ANCI, nel quale si possa avviare un confronto costante utile a definire le azioni da realizzare nel futuro tese a risolvere le attuali criticità.